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Introduzione alle figure di inversione e di continuazione

Per anni l’analisi tecnica si è focalizzata sul riconoscimento di particolari figure che si vengono a formare durante lo svolgimento delle contrattazioni

E' importante premettere che l’apertura del mercato azionario ai trader privati ha generato un esponenziale incremento del noise, distorsioni al normale andamento dei corsi dei titoli dovuto a speculazioni spesso irrazionali. Per questo è sempre bene combinare più tecniche di analisi e soprattutto non affidarsi ciecamente ad un’analisi basata su una figura in formazione, che anche a causa delle distorsioni sopra citate può riservare brutte sorprese. Tuttavia è importante conoscere le principali figure tipicamente ritenute valide e ancora utilizzate, anche da traders professionisti.

Per figure si intendono delle particolari conformazioni grafiche riconoscibili, create dalle oscillazioni dei prezzi. Per poter individuare le figure tipiche che andremo ora ad analizzare occorre una rappresentazione grafica di tipo lineare. L'osservazione degli andamenti grafici di titoli e/o indici fa emergere la ricorrenza di alcune costruzioni tipiche che possono essere individuate in fase di formazione e dare origine a delle previsioni sull’andamento del completamento della figura, rendendo possibili tattiche speculative idonee a sfruttare il movimento che si presume completare la figura in formazione.

L'affidabilità di una figura è direttamente proporzionale alla sua grandezza e durata: in altre parole maggiore è il tempo necessario per la sua realizzazione e maggiore sarà la validità del modello. Le particolari conformazioni che andremo ad analizzare si formano generalmente in vicinanza di livelli di massimo di un trend al rialzo, oppure in corrispondenza di valori di minimo di un trend al ribasso: nel primo caso vengono chiamate “zone di distribuzione”, nel secondo “zone di accumulo”.

I prezzi di un titolo, generalmente, seguono un trend ben definito. Tale tendenza tuttavia, prima o poi, cambia o viene interrotta e i corsi attraversano una fase di cambiamento durante la quale il loro movimento può determinare la formazione di particolari configurazioni. Se al periodo di transizione in cui entra il titolo segue un'inversione di trend, i modelli che si sono formati prendono il nome di figure d'inversione.

Le figure di continuazione invece indicano che il titolo sta rallentando la velocità del suo trend che va a consolidarsi in posizione di ipercomprato o di ipervenduto, per poi riprendere il precedente trend. 

Il limite tra le figure di inversione ed le figure continuazione non è cosi chiaro come dovrebbe essere per fornire indicazioni inequivocabili; può succedere quindi che alcune figure apparentemente di inversione si comportino da figure di continuazione e viceversa.

I modelli di continuazione propriamente detti sono quelli che si sviluppano nella fase intermedia di un trend e rappresentano una pausa di consolidamento. Generalmente sono figure che si formano a seguito di rapidi spostamenti dei prezzi e sono riconoscibili da oscillazioni limitate.

Le figure di inversione assumono più valore quando si trovano all'interno di un trend primario; l'ampiezza di questo movimento risulta utile per il calcolo dell'obiettivo massimo di prezzo. Un altro fattore collettivo è individuato nella rottura di una importante linea (supporto/resistenza) e questo evento potrebbe essere il primo segnale di una variazione nel trend.

 

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